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La Provincia di Chieti, a partire dall'anno 2009, nell'ottica di una rigorosa conduzione del bilancio dell'Ente, ha avviato una profonda azione di revisione della spesa corrente, non solo per adempiere ai sempre più stringenti vincoli normativi e per reperire risorse utili a far fronte alle gravissime situazioni debitorie e di cassa, che ne mettevano e ne mettono ancora in discussione la sopravvivenza. Queste motivazioni sono fondamentali, ma non quanto quella che è alla base del concetto di buona gestione che anima l'attività dell'Amministrazione guidata da Enrico Di Giuseppantonio.
Il responsabile della res publica ha, in primis e come valore di fondo non negoziabile, l'obbligo di evitare esborsi inutili, contenere il più possibile le spese cosiddette fisse e far si che l'ottimizzazione dei costi assicuri comunque l'efficienza, l'efficacia e l'economicità dell'azione istituzionale. Ovviamente il grave periodo di crisi che attanaglia l'intero apparato economico pubblico e alcune norme di finanza pubblica derivanti dai trattati comunitari (es. il Patto di stabilità interno) limitano fortemente l'attività dell'Ente che a fatica riesce a rispettare impegni precedentemente presi, come avviene, per esempio, per il pagamento della mole di lavori pubblici derivanti dall'indebitamento eccessivo del decennio passato, oppure per assicurare servizi essenziali (strade, scuole, sociale, ambiente, formazione professionale, ecc.) che la drastica contrazione dei fondi nazionali e regionali mette sempre più a rischio. Anche la futura sorte della Provincia in quanto tale, in relazione ai dettami governativi di accorpamento o a quant'altro accadrà a livello generale, rende difficoltoso programmare il futuro con cognizione di causa.
Tutto ciò, tuttavia, non incide, anzi incentiva la ferrea volontà di riduzione dei costi. E' un obiettivo non derogabile e come tale non solo oggetto di azione quotidiana, ma anche di precisa volontà di monitoraggio, per rendere più trasparente l'attività e comprendere gli spazi di interventi migliorativi, anche grazie alle segnalazioni dei cittadini.
Il processo di revisione della spesa - che viene comunemente denominato, sulla base di analoghe esperienze internazionali, spending review - è stato ed è, pertanto, uno dei pilastri dell'attività di governo della Provincia di Chieti. La riduzione della spesa intesa non nel senso di diminuire la quantità di servizi erogati, quanto per colpire gli eccessi e gli sprechi. La teoria della spending review insegna che ci sono sprechi nella produzione dei servizi quando "una macchina costosa e ad alto potenziale viene sistematicamente sottoutilizzata'" o quando "si acquistano fattori produttivi pagando prezzi superiori al mercato''. Quindi con la spending review s'intende:
- eliminare sprechi e inefficienze;
- garantire il controllo dei conti dell'Ente;
- liberare risorse da utilizzare per interventi di sviluppo.
In tale contesto, la verifica dei risultati ottenuti è elemento essenziale e questo rapporto compie il primo passo per renderlo trasparente, facilmente leggibile e per individuare gli elementi di riduzione ulteriore, anche in relazione al mantenimento del livello dei servizi. Vengono confrontati in modo oggettivo i principali dati di spesa corrente, a partire dal 2007 fino a tutto il 2011 (talora, quando già esaustivo, il 2012), con evidenziazione degli interventi posti in essere, delle emergenze logistiche e congiunturali, nonché della fonte dei dati, con elencazione, ove possibile, di tutte le spese, sia in termini strettamente finanziari (impegni di spesa), che economici e di cassa (effettivi pagamenti). Il principio di rendere disponibile il dettaglio dei costi sostenuti, se da un lato può rappresentare un appesantimento della lettura complessiva del documento, dall'altro risponde alla volontà di consentire a tutti il diritto d'accesso alla casa Provincia di Chieti, al di là dei tecnicismi contabili di legge che a volte offuscano finanche i più semplici passaggi amministrativi e di spesa.
Viene effettuato inoltre un excursus sulle principali voci d'entrata per le quali la Provincia ha reale potere d'intervento (come le locazioni o le poche entrate tributarie), per relazionare sugli sforzi effettuati, ma anche per evidenziare le azioni che è necessario ancora mettere in campo per far sì che l'Ente riscuota tutto il dovuto, a favore dei servizi da erogare alla collettività. Consequenzialmente vengono evidenziati i risultati ottenuti rispetto all'indebitamento e al patto di stabilità interno con le relative difficoltà future, mettendo in evidenza i parametri che vedono l'Ente in condizioni di strutturale deficitarietà e la loro possibile evoluzione.
Il confronto migliore per valutare gli sforzi fatti, nonché le problematiche esterne intervenute (ad esempio i tagli dei trasferimenti statali), è tra il 2008 e il 2011, in quanto il 2009 è stato anno elettorale durante il quale, come sempre in questi casi, si sono registrati mesi di stasi amministrativa per l'avvicendamento degli organi istituzionali. In pratica il 2009 è stato un anno durante il quale l'amministrazione uscente ha cercato di massimizzare nei primi mesi l'attività messa in campo nel quinquennio precedente, e quella subentrante, nel periodo successivo, ha dovuto predisporre il nuovo programma amministrativo e verificare lo stato di salute finanziaria dell'Ente, rilevando, ad esempio, la presenza di un numero considerevole di debiti fuori bilancio e una situazione complessiva prossima al dissesto.
Nell'analisi, altresì, non bisogna sottacere l'aumento dei costi unitari delle materie prime che ha inciso sulle casse dell'Ente come su quelle dei cittadini, per esempio con l'aumento dell'IVA, dei carburanti, dell'energia elettrica e del metano.
Come potrà rilevarsi nelle pagine che seguono, se le entrate correnti fossero rimaste invariate rispetto a quelle del 2007 (7 milioni in più!), oggi la Provincia di Chieti sarebbe un Ente completamente risanato, che potrebbe far fronte senza particolari problemi all'eccessivo indebitamento degli ultimi dieci anni e assicurare un normale flusso di pagamenti alle imprese creditrici.
Così non è, il quadro generale che ne risulta è invece quello di una Provincia ancora in grave crisi, ma anche di un sistema sociale circostante che stenta a mantenere il livello di benessere complessivo, testimoniato dall'aumento delle morosità tributarie ed extratributarie, con uno Stato centrale che da un lato taglia in modo lineare le risorse e dall'altro è, in assoluto, il peggiore pagatore dei propri debiti, anche nei confronti degli enti locali, incrementando difficoltà già per se stesse quasi invalicabili.
Data Ultima Modifica:
28 Dicembre 2012