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Il recupero della dimensione naturale; la conoscenza dei cicli di crescita, dell'uso e della trasformazione dei prodotti durante le stagioni. Questi i principali obiettivi dell'orto didattico, esperienza di grande valore educativo, che è stata realizzata nel corso dell'anno scolastico 2007/2008 dal CEA Centro Risorse della Provincia di Chieti coinvolgendo gli alunni della scuola media "Domenico Pugliesi" di Ortona. La realizzazione dell'orto rappresenta la prima fase di un più ampio progetto chiamato "Casa e Contesto: il recupero della dimensione naturale, la biodiversità nel sistema insediativo", portato avanti dal Centro Risorse della Provincia in collaborazione con i centri di educazione ambientale CEDTerra di Casalincontrada e Il Riccio e la Castagna, e finanziato dalla Regione Abruzzo.
Sull'esperienza è stato realizzato il video divulgativo "COME REALIZZARE L'ORTO DIDATTICO".
L'esperienza dell'orto è stata proposta seguendo un percorso circolare: una prima fase teorica, seguita da una fase pratica, i lavori dell'orto veri e propri, per poi tornare in aula, ad approfondire i problemi riscontrati sul campo e ad elaborare delle riflessioni di carattere generale che possano essere utili per tutte quelle scuole interessate a replicare questa iniziativa. Si è partiti, quindi, con una serie di incontri formativi con gli studenti interessati, per l'acquisizione delle conoscenze teoriche di base sulla biodiversità, sulle specie vegetali e sui materiali necessari alla realizzazione dell'orto.
Al termine di questo ciclo di incontri, i tecnici del Centro Risorse hanno accompagnato i ragazzi delle classi II e III F della Pugliesi in visita alla pinetina San Donato di Ortona, per rilevare in maniera scientifica la biodiversità locale e le specie vegetali tipiche. A documentazione dell'esperienza, gli studenti hanno realizzato un erbario con il riconoscimento delle essenze studiate sul campo. L'erbario è una raccolta di piante essiccate e accuratamente pressate, ordinate in modo da poter essere conservate e consultate. Una specie di vademecum per il riconoscimento delle diverse specie del regno vegetale. I prerequisiti essenziali per la realizzazione di un orto da parte dei ragazzi, infatti, consistono nell'acquisire le conoscenze su come sono fatte le piante e sulle loro funzioni , sul loro ciclo vitale e su tutti gli elementi necessari al loro sviluppo. A questa fase teorica, è seguita quella pratica, di preparazione del terreno dell'orto per le successive operazioni di semina e cura, nel rispetto del ciclo delle stagioni.
Nella primavera 2008 sono cominciati i lavori di eliminazione delle piante infestanti, pulizia, dissodamento e fresatura del terreno, con la posa di humus ottenuto da compostaggio per ricreare le condizioni ideali per la coltivazione del suolo. I lavori, affidati alla Cooperativa Sociale Novacoop di Orsogna, hanno interessato un'area di circa 60 metri quadrati di terreno, che in origine si presentata sfruttata e infestata da erbacce e rifiuti di vario tipo. L'orto è stato così suddiviso in due distinte porzioni: 40 metri quadrati sono stati coperti dalla serra per le coltivazioni del periodo invernale e lo spazio restante lasciato all'aperto, per le coltivazioni nelle stagioni primaverile ed estiva.
La serra è stata costruita secondo l'uso locale, predisponendo anche un vialetto d'accesso e una siepe con la piantumazione di specie arbustive tipiche. A corredo dell'area sono stati realizzati una staccionata in legno, un impianto di recupero delle acque piovane, con un serbatoio in pvc della capienza di circa mille litri, per l'irrigazione dell'orto, e una piccola stazione di compostaggio in cui produrre humus di qualità per la concimazione del terreno. Nel frattempo, i tecnici del Centro Risorse hanno guidato i ragazzi in un percorso di studio delle essenze tipiche coltivate nel territorio, coinvolgendo con questionari ed interviste anche le loro famiglie e, in particolare, facendo ricorso alla memoria storica dei propri nonni. L'attenzione si è focalizzata sulle cosiddette varietà autoctone, ovvero quelle originarie dei luoghi, tradizionali e antiche.
Questo per una ragione fondamentale: le varietà autoctone sono organismi che si sono adattati all'ambiente nel tempo, quindi capaci di resistere anche in situazioni difficili perché hanno messo in atto delle vere e proprie strategie per la sopravvivenza che consentono loro di resistere in situazioni estreme, ad esempio di scarsità d'acqua o di eccessivamente basse o alte temperature. La tutela delle varietà autoctone è importante anche per preservare la cultura e le tradizioni tipiche dei luoghi. Nel mondo contadino del passato, ogni famiglia poteva custodire una propria "banca del seme", ossia un patrimonio di sementi a volte frutto del lavoro di intere generazioni, rinnovato e perpetuato nel tempo da padre in figlio.
Anche gli studenti della scuola Pugliesi, con l'esperienza dell'orto didattico, sono diventati custodi di sementi, contribuendo così a preservare le specie tipiche e a dare il proprio piccolo contributo alla lotta contro il cambiamento climatico. Le prime sementi utilizzate per l'orto sono state, infatti, fornite dalla banca del seme realizzata negli anni dal CEDTerra di Casalincontrada. Le essenze messe a dimora nell'orto sono state: pomodori, in diverse varietà, peperoni, peperoncini, prezzemolo, rucola, cetrioli, zucchine, melanzane, lattuga, scarola e meloni. Ciò ha comportato tracciare solchi ordinati nel terreno, disporre correttamente i semi e ricoprirli con l'aiuto di piccole vanghe.
Gli studenti sono stati suddivisi in gruppetti composti da cinque elementi, che si sono di volta in volta avvicendati nelle attività di coltivazione dell'orto: concimazione, irrigazione e così via. Durante ciascuna uscita, ai ragazzi è stato chiesto di tenere una sorta di diario di campagna, compilando delle schede dettagliate con indicazione della data, dello stato delle colture, dei problemi riscontrati e delle attività svolte. Un aspetto significativo della realizzazione di questa esperienza è infatti la fase in cui viene osservato il comportamento delle piante durante la crescita, avendo cura di registrare gli eventuali cambiamenti che si possono verificare e l'insorgere di problemi come ad esempio una crescita rallentata e difficoltosa delle colture, l'infestazione di erbacce e parassiti ecc. L'iniziativa ha riscosso un grande entusiasmo da parte dei ragazzi, che hanno continuato le attività di coltivazione anche dopo la chiusura della scuola, durante le vacanze estive, avvalendosi dell'aiuto del personale docente e non docente della scuola Pugliesi.
Agli inizi dell'anno scolastico 2008/2009, nel mese di settembre, le attività sono proseguite con la semina delle essenze tipiche autunnali: cavolfiori, finocchi, cicoria, rape e insalate varie.
Durante il progetto, una delegazione di studenti è stata portata in visita alla Cantina Sociale di Ortona per effettuare delle interviste agli agricoltori. Dopo la visita, i ragazzi hanno elaborato i dati raccolti nelle interviste preparando delle relazioni che hanno poi illustrato davanti a tutta la classe.
Le attività si sono concluse con una serie di appuntamenti in aula, per l'approfondimento di argomenti come l'agricoltura tradizionale confrontata con quella biologica, sostenibile e biodinamica, le problematiche legate all'uso di pesticidi, fertilizzanti e diserbanti nella coltivazioni e il conseguente inquinamento del suolo, gli organismi geneticamente modificati, cosiddetti ogm, fino ad arrivare ad un'analisi più generale delle attuali modalità di produzione e consumo. Gli studenti sono stati spronati a fare delle ricerche per conto proprio e a relazionare poi in aula in un dibattito aperto. Tutte le riflessioni che ne sono scaturite sono state rielaborate e raccolte per un'eventuale futura riproposizione di questa esperienza anche in altri istituti scolastici del territorio. Durante il lavoro, i ragazzi hanno avuto anche modo di sperimentare un modo cooperativo di interazione.
La metodologia cardine utilizzata è quella propria della ricerca scientifica, nelle sue diverse fasi di: osservazione di ciò che accade; proposizione di problemi (chiedersi il perché accade), formulazione di ipotesi; loro validazione o falsificazione sul campo attraverso l'esperienza pratica. Un metodo, quindi, che potrà servire ai ragazzi che l'hanno sperimentato per relazionarsi a qualsiasi tipo di argomento che si troveranno ad affrontare durante il loro percorso di studi. A bilancio di quasi due anni di attività, si può dire che l'esperienza dell'orto didattico ha fatto entrare la "natura" nella normale attività scolastica, rendendo gli studenti più consapevoli del patrimonio che li circonda e delle tradizioni della propria terra, facilitando anche il dialogo all'interno delle famiglie e lo scambio intergenerazionale, poiché quasi ogni ragazzo ha potuto contare su un nonno o un bisnonno che ha avuto a che fare con la coltivazione della terra.
Realizzare un orto didattico è un'attività di grande valenza educativa, perché mette a frutto abilità manuali, conoscenze scientifiche, sviluppo dell'autonomia, della responsabilità e del pensiero logico. Come si è visto, significa anche attenzione ai tempi dell'attesa e maturazione di capacità di osservazione e previsione. E poi aiuta i ragazzi a riflettere sulle proprie storie locali e familiari, a conservare memoria di un passato altrimenti dimenticato.;L'orto didattico, in questo modo, diventa per la scuola un piccolo scrigno di saperi e tradizioni in cui testare sul campo il concetto di biodiversità, che può sembrare un concetto astratto ma che in realtà ha innumerevoli risvolti sulla nostra vita di tutti i giorni: dall'aria che respiriamo al cibo che portiamo in tavola. Alla scuola Pugliesi, quindi, non resta che continuare ad avere cura del suo orto durante l'avvicendarsi delle stagioni, a custodire questo piccolo patrimonio in cui natura e cultura convivono in uno stato di perfetta armonia.
Data Ultima Modifica:
26 Maggio 2011