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Provincia di Chieti - Testata per la stampa

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Lavorazione del Vetro

Mappa della provincia di chieti con indicati i comuni con laboratori di lavorazione del vetro

Il vetro deriva dalla fusione di una miscela di ossidi detta liquido vetrogeno raffreddata rapidamente fino alla solidificazione: le caratteristiche finali sono fortemente influenzate dalle materie prime che devono mantenere le loro proprietà ossia composizione chimica, struttura e densità e devono essere prive d'impurità soprattutto di tipo metallico.

La dipendenza dalle materie prime, nel caso del vetro dalla silice ricavata da sabbie cristalline, da ghiaie silicee estratte dai letti fluviali o da arenarie e quarziti delle zone interne degli Abruzzi, trova impiego per l'artigiano in aree non distanti da queste forme possibili di approvvigionamento. In realtà per la vetreria praticata a Vasto il prodotto è ottenuto, più che da materie prime grezze non sempre disponibili in buona qualità, come nota il Galanti nel 1794 nella sua Relazione sull'Abruzzo chietino, da una produzione assai meschina e cattiva di vetri col rimpasto de' rotti.

La produzione vetraia passava dunque prevalentemente dalla macinatura di vetri di recupero e dalla fusione all'interno di crogiuoli per eliminarne le impurità affioranti alla temperatura di fusione di 1300 °C circa e poi, portandola tra gli 800-900 °C, dalla lavorazione in pasta con metodi tradizionali di soffiatura per ottenere recipienti o lastre piane da cilindri tagliati nel mezzo, o anche con il metodo a corona per lastre piane ottenute per rotazione intorno alla pipa o altri attrezzi tagliando invece una bolla.

La fusione veniva realizzata in forni di laterizio e crogioli di caolite che col tempo dovevano essere, perchè sottoposti ad alte temperature, ripristinati da cui l'abitudine di togliere il fuoco ad intervalli periodici. Il forno di forma circolare di solito terminava con una copertura a cupola in grado di riverberare il calore e meglio trattenerlo. Il fatto che i vetri fossero, come quelli di Chieti d'altronde, di scarso valore per questo tipo di lavorazione e oltretutto più costosi di quelli di altre province, li rendeva difficilmente commerciabili. La produzione artigiana concentrata a Vasto, veniva poi smistata a Lanciano.

Benchè non ne sussista documentazione certa, fin dalla metà del XIV sec. nella fase durazzesca e sotto il dominio dei Caldora s'erano visti i primi tentativi di introduzione dell'artigianato vetraio a Vasto. L'origine tuttavia di tale lavorazione risale a due botteghe fondate nel corso del XVII sec. la prima attiva nel 1671 e la seconda tra il 1694 e il 1702 anno in cui fu distrutta da un incendio e di proprietà di Lorenzo del Moro (cognome tra l'altro in Vasto attestato fin dal 1542 per la presenza di un gruppo di veneziani); va però notato come già nel 1742 la Vetriera situata nei pressi del S.Spirito fosse stata dal marchese D'Avalos convertita in Speziera. Nè valse un tentativo di riaprirla se già nel 1819 verrà di nuovo, e definitivamente, chiusa.

L'avvento dei veneziani e dei loro maestri vetrai di Murano aveva portato dunque allo sviluppo locale di una piccola industria da cui avevano appresa l'arte gli artigiani che nel XVIII sec. ancora praticavano quest'attività ma fu un'occasione sprecata perché non venne seguita da maestranze locali anche se una vetreria risulta descritta tra le attività manifatturiere della città nello Stato dimostrativo di tutte le Arti o Mestieri ed Industrie compilato nel 1806 ma doveva essere già scomparsa tra il 1812 e il 1816. Una vetreria si trovava anche a Chieti nel corso del XIX sec. subito fuori Porta S.Maria e lungo la via dell'Arenazze in un complesso edilizio oggi trasformato in abitazione.

 
 
 

Data Ultima Modifica:
26 Maggio 2011