La produzione di strumenti musicali si concentra intorno all'arte organaria, ossia nella realizzazione di organi da chiesa profondamente integrati con l'architettura che li accoglie e organi positivi di minor impegno volumetrico e portatili. Ciascuno di questi strumenti è il prodotto di molte e differenti specialità artigiane che vanno dalla lavorazione del cuoio (mantici) a quella del ferro (tiranteria e meccanica), a falegnami e tornitori (cassa), ai doratori (frontale della cassa) e pittori e decoratori (fronti visibili), agli ebanisti (consòlle).
L'organo da chiesa riassume inoltre il meglio che la tecnologia delle varie epoche era in grado di fornire e s'esprime attraverso poche famiglie di organari in stretta concorrenza con le molte altre di itineranti che attraversavano la Provincia e la Regione. Queste possono riassumersi nei Farina di Guardiagrele, Cefalo di Vasto, Ciavarelli di Castiglione Messer Marino e Gennari e Cipollone di Lanciano ma, per estensione cronologica del campo di impiego e ampiezza del territorio in cui ha operato quella dei Ciavarelli è senza dubbio la maggiore supportata anche da un'ampia e variegata offerta di specialità artigiane all'interno della comunità in cui ha dato inizio all'attività (Castiglione).
I Farina, di Guardiagrele, da mettere forse in relazione con un capostipite la cui attività è documentata nella cattedrale di Benevento e a Roma in S.Giovanni in Laterano (ma anche a Sulmona) si configura soprattutto, tra il 1574 e il 1605 intorno a Gennaro e Domiziano che insieme confezionano gli organi delle chiese di S.Chiara di Guardiagrele e S.Silvestro, S.Massimo, S.Pietro di Coppito e S.Pietro di Sassa dell'Aquila.
Domiziano dovrebbe essere l'organaro che lavora allo strumento della chiesa dell'Annunziata di Vasto insieme col napoletano Carlo Salerno nel 1600 e poi, da solo, in quello di S.Antonio di Padova. Una memoria contenuta nella Cronaca di Diego Maciano attribuisce invece a Tommaso Cefalo l'organo positivo della chiesa di S.Maria Maggiore: e detto (organo) anco fu nella chiesa fatto da m° Tommaso Cefalo del Vasto, anche se è Domenico Mangino a firmarsi sulla consòlle nell'anno 1719.
Il Cefalo nel 1710, oltre che nello strumento di S.Maria Maggiore, appare simultaneamente impiegato nei lavori d'ebanisteria della chiesa del convento di S.Onofrio di Vasto e, come accordatore, in quello del S.Agostino di Tortoreto. Tommaso, allievo del Cimmino, fratello di Pietro fattosi frate a Tortoreto col nome di Giovanni Maria, derivato a sua volta dalla bottega del padre Pietro che s'era stabilito a Vasto dopo un fruttuoso soggiorno alla corte d'Inghilterra, sarà autore degli strumenti per il S.Nicola a Vasto nel luglio 1701, per le parrocchiali di Pollutri e Furci dove realizzò un organo portatile nel 1714, ma ancora a Tommaso andrebbero attribuiti gli strumenti di Caramanico (1729-30) in S.Nicola, S.Maria della Valle di Scanno (1735), S.Nicola di Lanciano (1738) forse con Filippo Cefalo che ne curerà l'accordatura, e i due da costruire nel 1748 per l'Annunziata di Sulmona. Sono inoltre autori anche dello strumento del S.Antonio di Pianella.
L'attività dei Ciavarelli è certamente la più vasta con un raggio d'azione che s'estende dal 1770 quando Donatantonio, probabilmente il capostipite, restaura l'organo di S.Giovanni di Colledimezzo fino a Silvio nel 1851 nell'organo di Roccaspinalveti. Un arco di tempo dunque di 81 anni che si chiude con l'unità nazionale. Geograficamente l'attività si dispiega da S.Angelo in Grotte in Molise a Cermignano e Morro d'Oro nella Provincia aprutina. Coetaneo di Donatantonio è solo Nicola mentre altre maestranze sono quasi tutte imparentate tra loro: Nicola e Giuseppe sono certamente figli di Donatantonio e affiancano gli altri membri della famiglia come Eliodoro, Isidoro, Pasquale e Silvio.
A Lanciano Giovanni Gennari, originario di Rovigo o Venezia, restaura l'organo della cattedrale di Ascoli nel 1793 dopo aver confezionato, due anni prima, quello di S.Maria del Ponte a Lanciano. Gli interventi successivi lo vedono a Bisenti e Città Sant'Angelo e, nella veste di restauratore, a Cermignano, Colonnella, Montepagano di Roseto e Sant'Omero coadiuvato talvolta da uno o più dei figli Eusanio (o Eugenio), Gaetano, Lelio e Quirico. Quirico dopo aver lavorato agli strumenti di Orsogna, Fossacesia e San Valentino in Abruzzo Citeriore, si reca Montecassino, Cava dei Tirreni e Napoli dove morirà nel 1880.
Quirino Cipollone, affiancato dal figlio, restaura lo strumento di S.Agata a Chieti e confeziona l'altro del S.Salvatore di Civitella Messer Raimondo. Lanciano invece, nel 1877, avvia intorno alla famiglia Di Diego, con Luigi e Giuseppe, una fabbrica di pianoforti a coda e verticali di buona qualità strumentale ma ristretto mercato.