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Provincia di Chieti - Testata per la stampa

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Mostra "NOCERA. Oltre il nido - Oltre il mare"

Lanciano, Polo museale "Santo spirito". 16 settembre - 12 novembre 2012

La locandina dell'evento

La mostra Oltre il nido - Oltre il mare che il Maestro Antonio Nocera presenta in anteprima a Lanciano rappresenta l'evoluzione e la fusione di due progetti su cui l'artista ha concentrato il lavoro degli ultimi anni.

Il progetto "Oltre il nido" è nato da una ricerca del Maestro Antonio Nocera sul significato simbolico del ido-casa, esplorato in ogni sua tonalità emotiva. La casa, a partire dalla sua forma primitiva, la caverna, è il rifugio atavico di ogni essere vivente; è insomma il nido dove ogni creatura viene nutrita, accudita, protetta e da cui spiccherà poi il volo per esplorare il mondo e compiere il proprio individuale "viaggio".
"Oltre il mare" sviluppa in particolare il grande mito del viaggio come metafora del cammino della vita, rivelandolo in tutta la sua efficacia e significatività.
L'uomo, da sempre, porta dentro di sé il mito del viaggio che offre uno dei nuclei fondamentali attorno ai quali la cultura mondiale ha narrato il senso della vita. C'è il viaggio verso la meta, vissuto come esperienza concreta, di spostamento fisico nello spazio e nel tempo, ma anche il viaggio in senso simbolico come desiderio, tensione di conoscenza e di ricerca, e ancora come dramma dell'abbandono, esilio, perdita, emigrazione.
Il viaggio rappresentato dall'autore richiama simbolicamente quel modello iniziatico che attribuisce forma narrativa e spessore psicologico alle nostre esperienze. Percorrere lo spazio, mettersi in continuo movimento in quel mare di onde, pensieri e sensazioni, ci fa realizzare l'esigenza di guardarsi dentro per conoscersi e rivelarsi nella propria dimensione.
Questa mostra è dominata dalla presenza del mare, ora limpido ora nero come il catrame, su cui galleggiano nidi carichi di esserini in cerca di un luogo dove costruire una nuova casa.
Dal nido in balia degli elementi e lo smarrimento esistenziale, il viaggio alla ricerca del luogo dove trovare-ritrovare la propria anima approda finalmente nel nido, intrecciandosi con i capelli della donna.
La donna, l'essere femminile, è diventata il nido stesso. L'anima mundi dove l'uomo e la donna insieme sono in grado di progettarsi e di progettare; il solo luogo dove si riconoscono come essere umani.

La mostra di Antonio Nocera al Polo Museale Santo Spirito di Lanciano presenta 50 opere tra sculture, tele, installazioni Site-specific ed un video realizzato in animazione stop motion su testo di Vincenzo Cerami.
 
"Intorno alla bellezza delle anatomie delle sue donne l'artista addensa dunque una fioritura rugosa di fango e vegetazione, una veste fatta di un sostrato fertile, un velo palpitante di argilla e di arbusti, l'humus prolifico da cui le sue figure sembrano nascere e che ci ricorda il legame archetipo dell'uomo con la terra-madre, una mater-materia che è già nido e metafora di vita e di fecondità per parlarci forse di una rinascita possibile del pianeta basata su una visione "femminile" di legame e congiunzione col creato. Questa donna-materia diviene allora il nido-casa su cui si fonda una nuova unione creativa e vitale dell'umanità con quella natura che troppo spesso ha trascurato e violentato, un legame che può essere simbolicamente collocato nel nido fatto di capelli e rami che diventa un ponte tra due teste di donne, forse due differenti polarità di un benefico e rinnovatore archetipo femminile. Non a caso questa congiunzione dialettica tra due donne ricorre spesso nelle opere grafiche di Nocera, in quei disegni che sono le basi condivise della sua pittura e della sua scultura e che rappresentano l'esercizio segreto di una mano e di uno sguardo che cercano di intuire il mistero del mondo. Nocera scopre allora il segreto delle sue donne-nido e la loro anima recondita e bruciante nel suo viaggio interiore compiuto attraverso l'accumulo paziente e la nervosa stratificazione del segno, nella tessitura di fili di grafite che tracciano capelli e ciglia che si trasformano nei nidi che accolgono quegli uccelli che aspettano sospesi tra il distacco e il ritorno, tra il sentimento consolatore di un affetto ritrovato e l'interrogativo inquietante di una nuova partenza.
La donna nido diventa allora il fulcro di questi viaggi intrecciati, metafora materna del riparo che vede andare o attraccare la barca che contiene dei nidi metaforici con cui l'artista ha costruito l'installazione centrale della sua mostra, un'immagine scabra e severa che ci riporta immediatamente con forza a un nodo ancora fremente di esperienze che uniscono il mito all'attualità, l'arte alla vita. Mettendo così al centro dello spazio la sua imbarcazione spoglia e libera da ogni ornamento e orpello, ma colma di evocazioni e di riferimenti, Nocera recupera e rinnova i simboli arcaici e vitali di un'umanità in cammino per salvarsi dall'indigenza o in navigazione per scoprire il senso della propria presenza nel mondo, ci accompagna con la potenza magnetica delle immagini verso le rotte misteriose e ricche di promesse di chi tenta incessantemente di superare i propri confini fisici e interiori per cercare nuovi nidi nei tanti possibili approdi alla fine del viaggio sul mare".
(Prof. Lorenzo Canova - Storico, critico e curatore d'Arte)

"La sua Dafne è una ninfa arborea le cui chiome si allargano e si arricchiscono di mille intrighi ramificati per ospitare i nidi, o per farsi esse stesse nido e riparo agli uccelli. È una ninfa arborea che non sa e non può, però, rinunciare al piacere e alla funzione che, come femmina, le è rimasta propria: di favorire il perpetuarsi e il rinnovarsi della vita. Quella che racconta Nocera è una metamorfosi instabile e mutevolissima.
La sua Dafne sembra disegnata con l'acqua che cadendo prende mille e imprevedibili forme. (...) Le creature di Nocera, in questo ultimo ciclo, si sono fatte mobili e mutevoli come se potessero da un istante all'altro penetrare nell'erba come semi di fiori, chiudersi in un tronco, miscelarsi con l'acqua di uno stagno; come se volessero alla fine, sottrarsi ad ogni possibilità di definitiva conformazione, per rimanere sempre libere di mutare, di scorrere e di divenire."
(Mauro Giancaspro)


 
 

Data Ultima Modifica:
26 Novembre 2012